Perché è importante ridurre il rumore sui luoghi di lavoro?

Il rumore non è soltanto un suono fastidioso, ma a determinati livelli di intensità può arrivare ad essere un fattore di rischio con conseguenze anche gravi sulla salute fisica e psicologica di chi ne è sottoposto. In termini ambientali esso viene infatti considerato inquinante alla pari di altri tipi di emissioni tossiche come fumi di scarico.

I rischi dell’esposizione al rumore sono debitamente regolamentati all’interno del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, tra i rischi da agenti fisici.
La sicurezza degli ambienti dovrà essere certificata tramite la produzione del documento di valutazione del rischio rumore, in seguito a debito rapporto di valutazione del rumore.

A seconda dell’ambito, della fonte di rumore, dell’intensità del rumore, dalla sua costanza e dalla sensibilità di chi ne è sottoposto, esso potrà avere ripercussioni più o meno importanti sulla salute. Tali conseguenze possono essere sia di carattere fisico che psicologico.
Nei contesti lavorativi di classe di rischio alto per l’esposizione al rumore, la certosina considerazione di aspetti fondamentali per la tutela della salute dei lavoratori sarà fondamentale.
Nel caso delle industrie meccaniche ad esempio, essa potrà essere messa in atto grazie all’utilizzo di appositi silenziatori per valvole pneumatiche, mediante i quali limitare la dispersione di rumore ad alta pressione di macchinari di varia natura.

In questa primo articolo dedicato alla pericolosità di una non corretta valutazione del rischio rumore negli ambienti di lavoro verranno riportati i principali rischi di carattere fisico.

I Danni Fisici da Esposizione al Rumore

Il primo effetto da prendere in considerazione, poiché il più probabile e il più lineare in caso di costante esposizione a una fonte di rumore è senza dubbio la progressiva diminuzione dell’udito. La pericolosità di questo effetto è ulteriormente aggravata dal fatto che essa si realizza e intensifica con ritmi progressivi molto lenti, nel corso di un intervallo di tempo molto lungo, tale da mascherarne la percezione.
Nelle casistiche più importanti l’ipoacusia da rumore segue tre stadi precisi: una prima fase di dolore per le prime esposizioni; una seconda fase di sollievo nel corso della quale si inizia a perdere la capacità di sentire le frequenze più acute; un’ultima fase in cui questa problematica si accentua fino ad arrivare all’incapacità di sentire normali conversazioni.

Oltre ai danni all’apparato uditivo, una costante esposizione a rumori a forte intensità può avere conseguenze negative su un gran numero di altri aspetti fisici.
Recenti studi hanno dimostrato che i lavoratori esposti costantemente a rumore sul luogo di lavoro possono subire variazioni alla normale fisiologia dell’organismo.

Il rumore sembra infatti essere in grado di alterare le funzioni del sistema nervoso autonomo e del sistema ormonale.
Sono stati riportati casi in cui il rumore ha avuto un effetto sull’aumento della pressione arteriosa, aumentando vasocostrizione, modificando la viscosità del sangue con conseguente aumento dell’incidenza di infarto del miocardio e ictus.

Mentre normali fonti di rumore sono in grado di aumentare temporaneamente la frequenza cardiaca, esposizioni a rumori intensi con livello oltre i 65-85dB sono in grado di alterarla in maniera permanente.

I danni del rumore sulla salute dell’uomo non si limitano a quelli fisici, ma si estendono anche ad aspetti cognitivi e psicologici. Questi sono stati trattati nel dettaglio nell’articolo Perché è importante ridurre il rumore sui luoghi di lavoro? Parte Seconda.