Perché è importante ridurre il rumore sui luoghi di lavoro? Seconda Parte

Se nel precedente capitolo di questa analisi degli effetti negativi di un’eccessiva esposizione al rumore sono stati analizzati i danni fisici, in questa seconda parte l’attenzione sarà maggiormente focalizzata sugli effetti psicologici.
La pericolosità del rumore da questo punto di vista è forse ancora più importante, dato che è proprio questo aspetto il primo a subire delle variazioni, inizialmente temporanee, che possono cronicizzarsi e farsi più invadenti col passare del tempo.

Non è infatti un caso se nel testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro, oltre ai rischi fisici vengono introdotti anche quelli psicologici. Lo stato di salute è definito dall’OMS come una condizione di “benessere fisico, psichico e sociale”, questo aspetto non va pertanto trascurato.
A tutela del lavoratore, sarà necessario valutare il rischio rumore negli ambienti di lavoro anche in considerazione di questo ai fini di tutelare la sua salute a 360°.

Ugualmente a come succede per i danni fisici, la gravità di quelli psicologici varierà in funzione dell’intensità del suono rumoroso a cui si è sottoposti, dell’ambito in cui ci si trova e della tipologia della fonte. Distinguere con accuratezza tutti questi aspetti è fondamentale per capire come agire nella riduzione del rumore nel modo più efficace possibile.
Una volta individuata con precisione la fonte di rumore, sarà infatti possibile capire quali sono gli elementi filtranti più appropriati al caso specifico, per un silenziamento ottimale.

Nella seconda parte di questa analisi riguardante i rischi correlati ad un’esposizione cronica al rumore, verranno presi in considerazione gli aspetti psicologici.

I Danni Psicologici da Esposizione al Rumore

Al di là di coloro che per esigenze lavorative sono esposti al rumore industriale, va specificato che spesso anche soggetti normali, nel corso della loro normale vita quotidiana in città o in luoghi sociali piuttosto rumorosi, subiscono questo tipo di rischi, spesso peraltro senza esserne consapevoli.
Persone diverse reagiscono al rumore in maniera differente. Età, condizioni psicofisiche di partenza, predisposizione personale, tipo di rumore a cui si è sottoposti sono fattori che variano l’impatto dell’inquinamento acustico da persona a persona.

In generale tra i disturbi psicologici più comuni ci sono ansia, mal di testa, irregolarità del sonno, disturbo depressivo, aumento di stress, variazioni sull’emotività, carenze nell’appetito sessuale, lunaticità, sbalzi di umore.

Un’esposizione al rumore costante, anche nel corso della giornata e non necessariamente durante le ore notturne, può portare a disturbi del sonno di gravità variabile. Oltre a difficoltà ad addormentarsi potranno verificarsi anche risvegli notturni improvvisi e ripetuti, similmente a come avviene nelle reazioni ansiogene.
La carenza di sonno influirà negativamente sulla qualità della vita diurna, portando a difficoltà di concentrazione, spossatezza costante, sbalzi di umore, stress e tutte le altre conseguenze negative che l’assenza di cicli di riposo regolari portano all’organismo.

La difficoltà di concentrazione è tra gli altri aspetti da tenere in considerazione. Il rumore influirà negativamente sulla qualità del lavoro svolto e sui risultati ottenuti, generando tra gli altri aspetti anche senso di frustrazione e inadeguatezza che alimenteranno stress e ansia sociale.
La difficoltà di concentrazione è ulteriormente aggravata dalla spossatezza causata dalla carenza di riposo notturno descritto sopra. L’azione congiunta di questi due fattori accentuerà le rispettive conseguenze vicendevolmente.

I danni del rumore vanno oltre l’aspetto psicologico, con ripercussioni anche su numerosi aspetti fisici fondamentali dell’organismo umano. Tali aspetti sono stati trattati nel dettaglio nell’articolo Perché è importante ridurre il rumore sui luoghi di lavoro? Parte Prima