Rischio rumore e tutela del lavoratore

Il livello di rumore consentito sui luoghi di lavoro è regolato per legge in base a normative specifiche volte a tutelare la salute e la qualità della vita dei lavoratori.
Le normative, sancite prima a livello Europeo, ma specifiche a livello statale, servono a garantire tutte quelle misure di prevenzione standard volte alla prevenzione e alla protezione entro specifici limiti di esposizione al rumore.

Alla pari di un agente chimico tossico infatti, il rumore ha conseguenze dannose sull’organismo di chi ne è cronicamente esposto che vanno ben oltre la progressiva riduzione dell’udito, estendendosi a gravi danni fisici e psicologici.

La legge si premura pertanto di standardizzare il limite del rumore sui luoghi di lavoro, stipulando modalità standard per la valutazione dell’esposizione e quindi per la valutazione del rischio rumore nel caso specifico.

Negli Stati Uniti chi regola questi parametri è la OSHA (Occupational Safety and Health Amministration) ovvero l’organo di Amministrazione per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro. In Europa invece esiste una specifica Direttiva Europea, la 2006/42/CE, che stabilisce il livello di rumore massimo certificabile come sicuro, oltre il quale bisognerà intervenire con tutte le pratiche di messa a norma stabilite nel documento stesso. Vediamole più nel dettaglio.

La direttiva Europea a tutela dei lavoratori

Il caposaldo di questa direttiva è che il rumore deve essere eliminato all’origine, ovvero l’esposizione ad esso limitata al massimo. Oltre al proprietario, anche il fabbricante è responsabile dei rischi a cui è sottoposto chi utilizza la macchina.
Viene quindi posto in primo piano assoluto la sicurezza e il benessere del lavoratore. Questo statuto viene indetto anche tenendo conto dell’avanzamento della tecnologia e dei silenziatori industriali, insieme a tutti gli altri mezzi sempre più efficienti utilizzati nell’abbattimento del rumore. Ricercare, scovare e neutralizzare o almeno limitare la fonte e quindi la produzione di rumore diviene infatti sempre meno impegnativo.

Come e quando viene applicata la direttiva? Nel caso in cui nel calcolo del rischio rumore vengano superati i limiti indicati, sarà obbligatorio per legge identificare la causa e neutralizzarla tramite l’utilizzo delle apparecchiature o delle pratiche necessarie.
Altro obbligo da parte del proprietario è informare prontamente e approfonditamente i lavoratori, che dovranno essere messi nelle migliori condizioni possibili ai fini di evitare i danni dovuti all’esposizione prolungata al rumore. Il proprietario dovrà pertanto, oltre a fornire tutte i dispositivi di protezione individuale volti a mantenere la soglia di normale tollerabilità del rumore, anche informare i suoi dipendenti sui potenziali rischi in cui intercorrono.

La soglia da non oltrepassare, secondo la direttiva Europea è di 87 dB(A) Leq distribuita su un periodo di tempo di 8 ore, quindi sull’interezza della giornata lavorativa. I diversi stati stabiliscono poi indipendentemente la loro soglia specifica. Nel nostro caso esso corrisponde con il valore stabilito a livello Europeo.