Direttiva Atex: mettersi al sicuro dal rischio esplosione

Le direttive ATEX sono delle normative sancite per tutelare la massima sicurezza nei luoghi con atmosfera a rischio esplosione.
Atex sta esattamente per ATmosphère EXplosibles. Il termine descrive quindi tutti quegli ambienti in cui i gas, vapori o polveri presenti hanno un livello di infiammabilità individuale o complessivo a rischio considerevole. Le ATEX servono quindi preventivamente per valutare in maniera univoca e misurabile il livello di pericolosità.

Una premessa: ATEX e sicurezza sul lavoro

Le direttive ATEX rientrano nel macrotema della sicurezza dei lavoratori.
Alla pari del rumore e della tossicità degli elementi, anche il rischio esplosione rientra infatti all’interno di quei parametri che devono essere rigidamente controllati dal datore di lavoro per garantire ai propri dipendenti il massimo grado di salute fisica e psicologica.
Egli quindi non solo deve preoccuparsi della presenza della certificazione ATEX, ma anche di tutte le attività successive alla valutazione del rischio di esplosione ATEX.
Sua la responsabilità di mettere in sicurezza i propri dipendenti e di formarli solidamente riguardo la comprensione e la prevenzione del rischio, e alla gestione di potenziali emergenze. L’ispettorato Nazionale del lavoro mette in atto una serie di sanzioni dettagliate e molto specifiche a seconda del grado di responsabilità nell’inadempienza delle sue direttive.

Le direttive ATEX

Emanate dall’UE, le direttive ATEX sono essenzialmente due:

  • Direttiva ATEX 2014 34 UE: questa riguarda la regolamentazione di apparecchiature destinate all’impiego in zone a rischio di esplosione. Essa si rivolge ai costruttori di attrezzature destinate all’impiego in aree con atmosfere potenzialmente esplosive e si manifesta con l’obbligo di certificazione di questi prodotti [source]. La direttiva ATEX 2014 34 EU è quindi destinata a chi produce le apparecchiature che dovranno essere utilizzate negli ambienti a rischio.
  • Direttiva ATEX 1999 92 CE: per la sicurezza e la salute dei lavoratori in atmosfere esplosive; si applica negli ambienti a rischio di esplosione, dove impianti ed attrezzature certificate sono messe in esercizio ed è quindi rivolta agli utilizzatori [source]. A differenza della prima, essa è invece rivolta a chi le attrezzature certificate ATEX le utilizza.

In base all’applicazione della direttiva ATEX, le apparecchiature saranno suddivise in Gruppo I e nel Gruppo II. Il primo comprende tutto ciò che viene utilizzato nelle miniere, quindi nel sottosuolo, nelle quali viene rilasciata una quantità pericolosa di Grisù.
Mentre il secondo gruppo comprende tutto il resto, ovvero tutto ciò che viene utilizzato in superficie.
Mentre per tutti i sistemi del Gruppo I, data l’altissima pericolosità, deve essere garantito univocamente un livello di protezione altissimo, il Gruppo II si suddivide a sua volta in tre sotto categorie, che descrivono rispettivamente tre diversi livelli di protezione: molto elevata, elevata e normale.

ATEX: fattori di rischio

La distinzione principale che avviene per la classificazione delle diverse zone di rischio si basa sulla natura degli elementi che determinano la pericolosità dell’ambiente. Essi possono essere infatti suddivisi in gas e polveri.

Nello stabilire la pericolosità dovuta al primo elemento, si dovrà determinare non solo la natura del gas, della nebbia o del vapore infiammabile presente, ma anche per quanto tempo esso è presente nell’area interessata e secondo quali indici di densità. In base a questi fattori sarà possibile stabilire il grado di pericolosità e le precauzioni da mettere in atto.

Diversi sono invece i criteri di valutazione riguardanti il rischio esplosione delle polveri. Queste polveri sono di varia natura, e possono essere prodotte come materiale di scarto o meno in un gran numero di ambiti industriali, anche inaspettati, come ad esempio in quello alimentare. Anche in questi casi si procede con una classificazione del rischio in base al tipo di polvere, alla sua quantità e alla durata di emissione da parte della fonte di polvere. Una volta classificati questi elementi, si può agire per la messa in sicurezza tramite filtri da polvere inox specifici al caso.